Un via libera all’unanimità. È quello arrivato oggi dalla Camera alla legge sull’oblio oncologico che ho presentato come primo atto a inizio legislatura e che è stata sottoscritta da colleghi di maggioranza e opposizione.

Una proposta che parte da lontano, grazie all’impegno di associazioni di ex pazienti e di medici che hanno anche promosso raccolte firme tra i cittadini. Molti consigli regionali, su iniziativa di IV, hanno votato mozioni per chiedere al Parlamento di intervenire. E la Camera ha risposto con un lavoro condiviso.

Oggi chi ha avuto una malattia oncologica può vedersi rifiutare un mutuo sulla casa o un prestito per acquistare l’auto, o pagare di più per una assicurazione sulla salute o sulla vita. Con questa legge diciamo basta alle ingiustizie. Chi per la medicina è guarito a tutti gli effetti non dovrà più subire umiliazioni o discriminazioni e non sarà costretto a rinunciare ad essere padre o madre perché non sarà più preclusa l’adozione. Una norma all’avanguardia rispetto a quella di altri Paesi, che prevede anche un impegno serio per il mondo del lavoro, comprese politiche attive rivolte ai guariti.

Questa legge ha il nome e il volto di tante persone. Quelle a cui vogliamo bene e che si sono trovate ad affrontare una malattia difficile e dolorosa. Alcune purtroppo le abbiamo perse, altre per fortuna sono guarite del tutto per la scienza, ma continuano ad essere diverse, malate, per lo Stato, banche e assicurazioni. Questa legge dà loro la speranza di tornare alla vita di prima, di trovare nelle istituzioni un alleato, che invita ad avere fiducia nel futuro perché una diagnosi oncologica non è più una sentenza definitiva. Si può guarire del tutto, come oltre 1 milione di nostri concittadini, e tornare al lavoro, costruire una famiglia, fare progetti. Un ex paziente oncologico non è la sua malattia.

Adesso puntiamo ad una approvazione rapida e definitiva al Senato. Fare politica per me è questo: provare a migliorare la vita degli altri. Oggi lo abbiamo dimostrato concretamente.

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