Ci risiamo. I taxi a Roma sono ormai introvabili. A nulla è servito l’appello del sindaco Gualtieri di qualche settimana fa per tentare di regolamentare l’attività. Nella Capitale i tassisti sono diventati “choosy” per utilizzare una parola che l’Italia ha imparato a conoscere negli ultimi anni. Stamattina intorno alle 10 sono almeno 100 le persone in coda che attendono l’arrivo di una vettura fuori dalla stazione Termini a fronte di 3 taxi disponibili. I turisti boccheggiano a 35 gradi trascinando zaini, borse e borsoni e lasciandosi andare a uno sfogo più che comprensibile: “It’s a nightmare, un vero incubo”.
Purtroppo però questo non è un brutto sogno ma la realtà quotidiana di chi vive o visita la Capitale della nostra Italia che per alcuni versi sembra essere rimasta indietro nel tempo di anni luce, specie se paragonata alle altre capitali europee. Da noi i taxi fanno storie per l’utilizzo del pos come se stessero facendo un favore ai clienti che a loro volta si sentono spesso in dovere di ringraziare i benevoli guidatori, spesso fanno percorsi alternativi per guadagnare di più, i più disonesti aggiungono tariffe maggiorate o inesistenti, altri non accendono il tassametro e sbagliano volontariamente a dare il resto in contanti. Ma una delle ultime novità è che adesso i taxi prediligono l’aeroporto alla stazione perché più lontano e di conseguenza più redditizio. E in tutto questo non ci dimentichiamo le battaglie a suon di clacson contro l’arrivo di Uber, servizio comodissimo e mai decollato in Italia per il fattaccio delle licenze. Insomma un disastro totale.
In altri punti nevralgici della circolazione cittadina non va meglio: non c’è nessun taxi intorno alle 8,30 né a piazza del Popolo, né a Largo Argentina. Eppure c’è chi aspetta, tra cui una famigliola con bimbi dietro. Col passare dei minuti, che diventano dieci e si allungano fino a 60, la tenacia non viene premiata e i quattro si avviano a piedi. Una situazione di cui si lamentano anche gli albergatori, il presidente di Federalberghi Giuseppe Roscioli lamenta: «La mancanza di auto bianche crea agli hotel moltissimi problemi».
I tassisti intanto che fanno? Parlano dei mesi invernali, quando sono i tassisti a dover aspettare i clienti e sventolano la licenza come un passe-partout che consente qualsiasi disservizio. Addirittura, dall’autunno – come anticipato dal Corriere.it – sono in vista degli aumenti con l’introduzione di una “corsa minima” (ipotesi 8-9 euro), e l’aumento del prezzo della tratta che collega la città a Fiumicino da 50 a 60 euro. La soluzione della «seconda guida» proposta dal sindaco Gualtieri non pare decollare visti i fatti. Neanche dando la possibilità a due autisti di guidare la stessa vettura, alternandosi magari con turni, ha incontrato un grande plauso. Le scarse adesioni hanno fatto sì che sia al al vaglio anche l’aumento di autorizzazioni per i Noleggi con conducente. Ma la situazione di disagio si trascina da mesi e ad oggi non sono visibili miglioramenti.
L’articolo Roma, stazione Termini: tre tassisti per 100 persone in coda. Il problema dei taxi introvabili dev’essere risolto subito, situazione insostenibile | E loro intanto prevedono l’aumento delle tariffe proviene da Il Riformista.