L’Ucraina “non è mai stata così vicina alla Nato ma l’invito all’adesione arriverà quando ci saranno le condizioni necessarie e tutti gli alleati saranno d’accordo”. E’ il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso del secondo giorno del summit di Vilniusm in Lituania, ad annunciare quanto già emerso nei giorni scorsi: un piccolo passo in avanti di Kiev verso l’Occidente. “Questo è veramente un momento storico. Gli alleati e l’Ucraina siedono fianco a fianco, come uguali, per condividere la nostra visione comune sulla sicurezza euroatlantica” ha rimarcato Stoltenberg.

Oggi ci incontriamo alla pari. Non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui ci incontreremo come alleati” ha aggiunto spiegando che “dobbiamo garantire che, quando questa guerra finirà, siano in atto accordi credibili per la sicurezza dell’Ucraina. I nostri alleati oggi si impegneranno a fornire assistenza di sicurezza a lungo termine all’Ucraina. Ciò spianerà il terreno alla futura adesione dopo la fine di questa guerra e integrerà il supporto fornito dalla Nato. La decisione segna l’inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni tra Nato e Ucraina”.

Dal canto suo Zelensky, dopo la reazione stizzita di ieri, commenta: “Dai colloqui di oggi capisco che le condizioni necessarie per l’ingresso nella Nato saranno raggiunte quando ci sarà la pace in Ucraina”. Parole più moderate anche perché “capiamo che alcuni hanno paura di parlare di membership ora perché nessuno vuole una guerra mondiale ed è comprensibile. Ma abbiamo bisogno di avere segnali“, ha aggiunto Zelensky.

Nella conferenza stampa congiunta, in un giorno davvero speciale per Kiev che per la prima volta si riunisce con gli alleati in Consiglio Nato-Ucraina, Zelensky ha ringraziato gli Stati Uniti per le munizioni a grappolo ribadendo che verranno usate “solo contro obiettivi militari nelle zone occupate” e “non contro il territorio di altri Paesi”, cioè la Russia. Con Joe Biden è in programma un incontro nelle prossime ore con il leader americano che sostiene un modello simile a quello raggiunto con Israele, in base al quale Washington si è impegnata a fornire sostanziali aiuti militari nel tempo.

La migliore garanzia per l’Ucraina è essere nella Nato“, ha insistito Zelensky che ha poi incontrato il presidente francese Emmanuel Macron. “Il tema principale è la difesa”, ha scritto il leader di Kiev su Telegram. “Ho aggiornato della situazione sul campo di battaglia e abbiamo discusso di un ulteriore sostegno alla difesa”, ha aggiunto.

Il testo congiunto dei leader dell’Alleanza Atlantica riaffermerà l’impegno dell’Occidente “a garantire che l’Ucraina non sia mai più vulnerabile al tipo di aggressione di quella commessa dalla Russia” secondo il primo ministro britannico, Rishi Sunak. Concretamente, costituirà un quadro per la successiva conclusione di accordi bilaterali tra questi paesi e Kiev, specificando le armi che forniranno. “Dobbiamo garantire che quando la guerra finirà ci saranno meccanismi credibili per la sicurezza dell’Ucraina in modo che la storia non si ripeta”, ha sottolineato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, prima della prima riunione del “Consiglio Ucraina-Nato”.

Siparietto tra il segretario generale e il presidente ucraino quando, nel corso dell’incontro con i giornalisti, un collega di Usa Today ha posto tre quesiti ai due, di cui uno solo per Zelensky sul bilaterale con Joe Biden e l’altro solo per Stoltenberg, su quando arriveranno gli F16 in Ucraina. Zelensky con il piglio dell’uomo di spettacolo ha preso la parola in inglese: “sugli F16 la domanda è anche per me?”. Al che la giornalista gli ha risposto che era per Stoltenberg. “No, no, no – ha detto allora Zelensky – Rispondi per favore”, ha aggiunto rivolgendosi a Stoltenberg. Il pubblico di giornalisti si è messo a ridere.

Al termine della prima giornata (11 luglio), nel comunicato emesso gli Stati membri della Nato si impegnano a investire ogni anno “almeno il 2 per centro del Prodotto interno lordo (Pil). Affermiamo che in molti casi sara’ necessaria una spesa superiore al 2 per del Pil per rimediare alle carenze esistenti”, si legge nella nota. I Paesi membri dell’Alleanza atlantica sottolineano che dal 2014 sono stati compiuti notevoli progressi, con l’aumento delle spese per la difesa e lo sviluppo delle forze e capacità. “Tuttavia, le nostre nazioni stanno ora affrontando minacce e sfide alla sicurezza piu’ profonde che mai dalla fine della Guerra Fredda”, si legge nel comunicato. “Ci impegniamo a investire almeno il 20 per cento dei nostri budget per la difesa in attrezzature importanti, compresa la relativa ricerca e sviluppo. Riconosciamo che ciò dovrebbe essere raggiunto insieme a un minimo del 2 per cento del Pil della spesa annua per la difesa. Dobbiamo mantenere il nostro vantaggio tecnologico e continuare a modernizzare e riformare le nostre forze e capacita’, anche attraverso l’integrazione di tecnologie innovative”, prosegue il comunicato.

“Il piano è stato concepito per contrastare le due principali minacce che dobbiamo affrontare, la Russia e il terrorismo. Secondo i nostri nuovi piani, la Nato mira a disporre di 300 mila truppe ad alta prontezza, compresa una notevole potenza aerea e navale”, ha detto il segretario generale.

L’articolo Stoltenberg a Zelensky: “Oggi alla pari, domani da alleati”. Il presidente ucraino ritratta: “Rischio guerra mondiale, entreremo dopo” proviene da Il Riformista.