Nel “Sì&No” del giorno, su “il Riformista”, spazio al dibattito sull’uscita o meno di Filippo Facci dalla Rai, dove dovrà condurre, almeno secondo quanto è previsto dai palinsesti appena presentati a Napoli, una striscia di approfondimento quotidiana alle 13, subito prima del Tg2. Il giornalista ha pubblicato, in un suo articolo su “Libero”, alcune frasi controverse sul caso di possibile stupro del quale è accusato uno dei figli di Ignazio La Russa, presidente del Senato. “il Riformista” ha chiesto se è giusto o meno lo stop del programma Rai di Facci a Laura Boldrini, parlamentare Pd, che è favorevole, e al direttore responsabile Andrea Ruggieri, che è contrario.
Qui di seguito, il parere di Andrea Ruggieri.
Inelegante? Sguaiato? Di scarso tatto? Filippo Facci sicuramente non ha brillato come gli capita invece spesso di fare, con quell’uscita a mezzo stampa sul caso del figlio di Ignazio La Russa, denunciato da una ragazza per stupro.
Ma lo ha ammesso, si è scusato, ha dimostrato severità professionale con se stesso e autonomamente. Non è da tutti e va apprezzato, secondo me.
Gli infortuni, specie quando ci sono di mezzo le parole, sono sempre dietro l’angolo per tutti. Discutere perciò il suo programma in Rai, è ridicolo e strumentale. Chiariamo inoltre un dettaglio di non secondaria importanza, anche se assai spiacevole da sottolineare. Una denuncia non equivale a sancire la colpevolezza del denunciato. Vale per il figlio di Grillo, per quello di La Russa e anche per Facci.
Ormai in Italia funziona così: c’è una denuncia, la cosa non resta segreta come dovrebbe (e francamente mi domando perché mai una vittima, o il suo avvocato, non vogliano proteggere, tenendola al riparo dalla morbosità della stampa, la ragazza che assumono sia la presunta persona offesa, con ciò facendola eventualmente soffrire una seconda volta), la vicenda tracima sui giornali con particolari scabrosi, il denunciato – che potrebbe benissimo essere innocente e addirittura egli vittima di una calunnia- viene marchiato. La vita e gli eventuali, comprensibili vizi della ragazza che ha denunciato vengono sputtanati anch’essi, parte uno scatenato processo mediatico che divide il mondo tra colpevolisti e innocentisti, e così si producono tre vittime: la verità, che spetta solo ai magistrati accertare, il denunciante e il denunciato.
Ebbene, Filippo Facci si è espresso male e subito scusato; non si è manco domandato (come pure si potrebbe benissimo fare) se sia lecito dubitare di una ragazza che accusa in una chat (che mai si sarebbe dovuto pubblicare) un ragazzo di averla prima drogata e poi violentata. È attendibile? O, magari, suggestionata da una serata che le stesse chat tra amiche descrivono all’insegna dell’uso di cocaina Nulla di tutto ciò.
Ha solo usato un’espressione infelice, che non può cancellare 30 anni di carriera contraddistinta da tutt’altro.
Io non sono certo passibile di maschilismo. Solo pochi giorni fa ho scritto parole direi abbastanza chiare, di condanna culturale verso noi maschi (pochi dei quali uomini) sul fatto che se a Milano, capitale dell’emancipazione, si consuma o si tenta uno stupro al giorno, noi maschietti abbiamo forse un problema.
Ma sono contro la spettacolarizzazione di certe questioni che, proprio perché delicate, specie per la vittima, vanno tenute al riparo da possibili speculazioni, stavolta anche politiche, in ipotesi. La magistratura indaghi in fretta e bene e ci dica se esiste un reato e un colpevole (che per pura ipotesi può anche essere la ragazza, rea di calunnia). Voi che siete per la spettacolarizzazione di una questione tanto delicata, sappiate che vi rendete complici di una seconda sofferenza ai danni dell’eventuale vittima, esponendola al vaglio -legittimo, una volta che rende pubblica la cosa- della sua credibilità.
Quanto a Filippo Facci, apprezzerei che, pur autore di una espressione che egli stesso riconosce infelice, si sia prontamente scusato ammettendo un errore, e gli farei un in bocca al lupo per il suo programma in Rai.
E francamente, piccola nota polemica, vorrei leggere la stessa severità che si usa verso Facci, solo perché in odore di condurre un programma nella Rai targata Meloni, verso -che so- Fedez, autore di testi assai più misogini (“stupro la Moratti”, “siete troie”, “Museruola e collare. Lei la tratto come un cane, vuole che le faccio male”), eppure sempre portato in palmo di mano per apparire in Rai (cui dava anche dell’ente censore), o di Vincenzo De Luca, che giusto ieri si è prodotto in uno strepitoso video in cui però definisce ironicamente Susanna Camusso “fiore di freschezza e bellezza”. Per me De Luca fa benissimo a esprimersi come gli pare, si capisce che è ironico. Per voi no. Ma siccome è di sinistra state zitti. Così, però, alla giustissima battaglia per la considerazione femminile, cui io contribuisco volentieri pro quota col mio comportamento ogni giorno, non fate fare mezzo passo avanti.
Sappiatelo.
L’articolo Filippo Facci fuori dalla Rai: “No, è ingiusto. Si è espresso male e si è scusato, la polemica è ridicola e strumentale” proviene da Il Riformista.