Se ne è andato all’età di 94 anni Milan Kundera, romanziere, saggista, poeta e drammaturgo francese di origine cecoslovacca ed etnia ceca le cui opere hanno cambiato la letteratura del Novecento. La più nota è ‘L’insostenibile leggerezza dell’essere’. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla televisione ceca e ripotato dalle maggiori testate francesi.

Nato a Brno il primo aprile 1929, Kundera è stato più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, senza mai vincerlo. Autore riservato, viveva in Francia a partire dagli anni ’70 ed è morto a Parigi nelle prime ore di mercoledì 12 luglio. Rarissime le sue apparizioni pubbliche.

L’ultima apparizione pubblica di Kundera risale addirittura al 27 gennaio 1984, quando fu ospite di Bernard Pivot, conduttore e critico letterario di “Apostrophes”, all’epoca il programma culturale più seguito della televisione francese. Da quel momento lo scrittore non ha più rilasciato interviste e con la moglie Vera Hrabanková ha formato “la coppia più silenziosa di Parigi”, come ha raccontato alla rivista “Paris Match” uno dei suoi vicini, il giornalista Philippe Labro. France Culture, parafrasando il suo libro più noto, l’ha chiamata “l’insostenibile potenza del silenzio”.

Espulso dal regime comunista, Kundera emigrò in Francia nel 1975 con la moglie che è stata accanto a lui fino all’ultimo. Nel 1979, dopo la pubblicazione de “Il libro del riso e dell’oblio” gli fu tolta la cittadinanza cecoslovacca. Nel 1981, grazie all’interessamento del presidente François Mitterrand, ottenne la cittadinanza francese, cominciando a scrivere un decennio più tardi nella lingua della nazione adottiva. In occasione dei suoi 90 anni, il governo di Praga ha restituito la cittadinanza ceca al grande scrittore.

Nei suoi racconti e romanzi ha affrontato i temi dell’attualità politico-sociale del suo paese inserendoli nella più vasta problematica della condizione dell’uomo moderno.

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