Graham Secker, capo delle strategie azionarie in Europa per Morgan Stanley, ha sottolineato ieri come i titoli azionari britannici spicchino in termini negativi per il 2023, in quanto sono i «meno cari» a livello globale. Come spesso capita in economia, lo stesso fatto economico contemporaneamente assume due significati diversi – anche opposti – in funzione della prospettiva che si utilizza per guardarlo e analizzarlo. In che senso questa situazione dei mercati azionari britannici è una notizia negativa che rappresenta in maniera forte la prestazione piuttosto deludente dell’economia britannica dopo la pandemia e dopo Brexit?

Ovviamente questa chiave di lettura fa riferimento al fatto che – nell’anno successivo al terribile 2022 – i titoli azionari britannici si siano ripresi molto meno rispetto ai titoli degli altri paesi, per cui l’inerzia nella performance negativa getta una luce sfavorevole sulle prospettive future dell’economia britannica stessa. Tuttavia questa notizia si può anche interpretare nella maniera opposta, cioè in termini marcatamente più positivi se si ragiona secondo un’ottica a medio lungo termine di tipo «contrarian». In che senso? L’idea è piuttosto intuitiva: a parità o somiglianza di prospettive economiche future per le diverse società quotate nei diversi paesi, è buona cosa acquistare i titoli «poco cari» in quanto possono in media garantire una performance di guadagno migliore (stesso livello di dividendi futuri per titoli acquistati a prezzo più basso).

Come uscire da questa prospettiva vagamente democristiana secondo cui anche questa notizia è un Giano bifronte, cioè di interpretazione complessivamente ambigua Ebbene, l’analista di Morgan Stanley evidenzia come le prospettive dei titoli azionari britannici siano davvero «convenienti» in termini comparativi se il tasso di inflazione nel paese comincerà a scendere in maniera marcata, cosicché la Banca d’Inghilterra non vedrà più la necessità di proseguire nel rialzo dei tassi e comincerà a ragionare su una sua stabilizzazione e successiva discesa.

A sua volta, ciò determinerà una minore probabilità di recessione per la Gran Bretagna, così da migliorare le prospettive di profitti per le società quotate, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni. In fin dei conti, anche al di là della Manica non si può non notare come la buona notizia attesa in maniera generalizzata sia la discesa dei tassi di interesse manovrati dalle banche centrali, accettando nel futuro prossimo un’inflazione non bassa e/o confidando nel fatto che le sue cause siano tutto sommato temporanee.

L’articolo Le azioni britanniche sono le meno care al mondo, ma è davvero una buona notizia proviene da Il Riformista.