Nelle prime ore della mattina del 10 luglio 1943, esattamente 80 anni fa, una forza combinata di almeno 160.000 soldati americani, britannici e canadesi salpata con oltre 2500 navi dalle coste della Tunisia dettero il via alla cosiddetta Operazione Husky, cioè lo sbarco in Sicilia, evento che segnò l’inizio della liberazione dell’Italia dal regime fascista di Benito Mussolini e rappresentò un punto di svolta nella guerra.

L’obiettivo principale degli Alleati era stabilire una testa di ponte in Sicilia e conquistare il controllo dell’isola. Ciò avrebbe permesso loro di aprire un nuovo fronte in Europa e di preparare l’invasione dell’Italia continentale. Lo sbarco iniziò nella notte tra il 9 e il 10 luglio. Le prime ondate di truppe sbarcarono lungo circa 160 chilometri della costa sud della Sicilia, incontrando una resistenza significativa da parte delle forze tedesche e italiane. Gli Alleati si scontrarono con pesanti difese costiere e subirono perdite significative.

Vi presero parte due grandi unità alleate: la 7ª Armata statunitense al comando del generale George Smith Patton e l’8ª Armata britannica al comando del generale Bernard Law Montgomery, riunite nel 15º Gruppo d’armate sotto la responsabilità del generale britannico Harold Alexander.

Nonostante l’opposizione, gli Alleati riuscirono a stabilire una testa di ponte e iniziarono a spingere verso l’interno dell’isola. Le battaglie furono aspre e violente, con scontri casa per casa e combattimenti nelle campagne siciliane.

Le forze alleate furono supportate da un’intensa campagna aerea che mirava a neutralizzare le difese nemiche e a fornire supporto alle truppe a terra. L’aviazione alleata dominò i cieli, contribuendo in modo significativo al successo complessivo dell’operazione.

Nonostante la tenace resistenza delle truppe tedesche, gli Alleati riuscirono a ottenere importanti vittorie e avanzarono rapidamente attraverso la Sicilia. Palermo, la capitale siciliana, cadde il 22 luglio, seguita da Messina il 17 agosto.

Le perdite furono notevoli da entrambi i lati: le forze americani, inglesi e canadesi ebbero circa 6.000 perdite, mentre quelle dell’Asse, italiani e tedeschi, lasciarono sul campo ben 9.000 uomini, di cui 4.678 nostri connazionali.

La caduta della Sicilia rappresentò un duro colpo per le forze dell’Asse e segnò un importante passo avanti per gli Alleati nella guerra. L’operazione Husky dimostrò anche che le forze alleate erano in grado di organizzare e condurre con successo un’importante invasione anfibia.

Dopo la conquista della Sicilia, gli Alleati iniziarono a pianificare l’invasione dell’Italia continentale. La campagna italiana si sarebbe rivelata lunga e difficile, ma lo sbarco in Sicilia segnò l’inizio di questa importante fase della guerra.

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