Terzo mese in edicola. In un mondo dell’informazione spesso ombelicale, Il Riformista prova a guardare più in là. Spalanchiamo qualche finestra sul mondo, a partire dallo scenario internazionale. Ragioniamo sulla visita del segretario al Tesoro, Janet Yellen in Cina, dove è in gioco la disponibilità dei microchip dai quali dipende la tecnologia che usiamo tutti i giorni. Crediamo che bisogna partire dal macro per capire il micro, e non viceversa. E quando Erasmo D’Angelis ci guida sui modelli di sostenibilità e nella comparazione con l’Europa sui temi del riciclo dei rifiuti e dell’energia sostenibile, tocca con i dati un tema di cui tanti parlano spesso a vuoto. E invece i numeri contano, come quando trattiamo di problemi che finiscono dritti nelle nostre tasche: il nostro Sì e No è oggi sui mutui a tasso variabile.
Di politica industriale e strategia per la crescita parliamo con Alessandro Spada, il presidente di Assolombarda. Siamo convinti che di futuro si parli poco e che i conti si debbano fare con i giovani e i giovanissimi: oggi lo diciamo con le parole di Mattia Mor, che di startup se ne intende, e oggi si occupa per noi di industria culturale. Per il resto, il caso Santanchè si trascina. E altri membri del governo finiscono nel mirino delle Procure, dei Gip. Ci sembra di riconoscere una certa dinamica, un certo attivismo che si rimbocca le maniche per rompere le uova nel paniere di quel Carlo Nordio che ha portato una ventata di garantismo fin dentro la stanza dei bottoni di via Arenula.
L’eterogenesi dei fini è interessante. Fratelli d’Italia diventa garantista, dopo aver chiesto per anni le dimissioni immediate di chiunque fosse avvicinato dall’ombra di un sospetto. E anche il Movimento 5 Stelle cambia pelle: ricordate quello delle origini, dello streaming e della trasparenza Ieri davanti al via libera del Parlamento alla Commissione di inchiesta sull’emergenza Covid il Movimento di Giuseppe Conte è andato letteralmente nel panico. Ha stigmatizzato l’idea che una Commissione di inchiesta voglia accendere un faro sulle tante stranezze della gestione Conte. Il loro invocare la sacralità del segreto – quasi fosse il segreto di Stato apposto su una certa puntata di Report – contraddice tutta la loro storia.
Eppure le domande sono tutte aperte. Perché sono stati fatti circolare oltre cento militari russi in Italia durante la pandemia Qualcuno ha fatto la cresta sulle mascherine e sui ventilatori? Chi doveva vigilare ha compiuto le scelte corrette o qualcuno ha fatto il furbo? È curioso che su questi temi i grillini abbiano paura della trasparenza e della verità.
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