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“Impediti due sequestri”, cosa sta succedendo nel Golfo Persico: l’accordo tra Iran e sauditi e le tensioni con Usa e Israele

Lo Stretto di Hormuz vive una tensione latente, in cui il traffico navale è una delle prime e più importanti vittime. Il 5 luglio, la Quinta Flotta della Marina degli Stati Uniti ha pubblicato un comunicato in cui affermava di avere impedito il sequestro di due petroliere da parte di unità iraniane. Entrambi gli episodi, a detta del comando statunitense, sono avvenuti in tarda notte e in acque internazionali.

Il primo intervento è stato in soccorso della petroliera Trf Moss, nave battente bandiera delle Isole Marshall. Il secondo, invece, ha riguardato la Richmond Voyager, petroliera battente bandiera delle Bahamas che si trovava al largo della costa dell’Oman. La Marina Usa è intervenuta con un cacciatorpediniere, lo Uss McFaul, aerei da pattugliamento marittimo e droni, e ha allontanato le navi iraniane. Le imbarcazioni, secondo le testimonianze degli equipaggi, avrebbero sparato contro almeno una delle due navi danneggiando, seppure in modo lieve, lo scafo. Dalla Difesa iraniana, la prima reazione è stata quella della smentita, lasciata trapelare attraverso alcune dichiarazioni alla stampa. Poi, nelle ore successive, le informazioni giunte dall’Iran sono sembrate diverse, modificando in modo abbastanza radicale la versione precedente. A detta di alcuni media locali, riportati anche dall’agenzia Reuters, il Centro di ricerca e soccorso marittimo della provincia iraniana di Hormozgan sarebbe in possesso di un’ordinanza per sequestrare la Richmond Voyager perché coinvolta in una presunta collisione con una nave iraniana avvenuta il giorno prima dell’intervento della flotta statunitense.

L’accusa delle autorità locali è che la petroliera avrebbe gravemente danneggiato l’imbarcazione battente bandiera dell’Iran e non avrebbe fermato la sua navigazione nonostante l’ordine giunto dal centro che monitora il traffico marittimo. Nel momento in cui scriviamo, non vi sono indicazioni riguardo la versione dell’equipaggio della petroliera coinvolta nell’incidente denunciate dalle autorità iraniane. Tuttavia, il comunicato rappresenta di fatto la conferma di quanto dichiarato dalla Quinta Flotta statunitense, certificando la tensione vissuta in queste ore nello stretto di Hormuz. Una situazione che non rappresenta certo una novità per la regione. In questi anni, infatti, sono stati numerosi i casi di navi cargo sequestrate dalle forze iraniane, in particolare dai Pasdaran. E questo ha riguardato sia petroliere che altri tipo di imbarcazioni.

La questione è esplosa specialmente negli ultimi anni, costringendo anche le potenze occidentali a promuovere missioni di monitoraggio dell’area proprio per garantire la libertà di navigazione tra il Golfo Persico e l’Oceano Indiano. Lo stretto di Hormuz, infatti, per le sue implica-zioni strategiche è uno dei più importanti choke point del mondo: un passaggio obbligatorio, ma allo stesso tempo a forte rischio, per tutte le imbarcazioni – in particolare petroliere e navi per il trasporto del gas – che partono o arrivano nei terminal di cui sono costellate le coste arabe e quelle iraniane. All’importanza del passaggio di Hormuz si unisce poi il contesto geopolitico. Il riavvicinamento tra Iran e potenze arabe, in particolare negli ultimi mesi con l’Arabia Saudita, ha certamente avuto un impatto positivo sulla regione. Tuttavia, non va sottovalutato il ruolo della sfida latente e continua tra Iran, Israele e Stati Uniti.

Un duello che riguarda anche il fronte navale, dove non a caso molte volte sono state colpite proprio imbarcazioni commerciali legate direttamente o indirettamente allo Stato ebraico. La sfida, specialmente nel dominio marittimo, si è arricchita nel tempo anche del lato militare, al punto che molti osservatori hanno parlato di una vera e propria “guerra ombra” combattuta nelle acque che circondano la Penisola araba. Dal Mar Rosso al Golfo di Aden fino appunto allo stretto di Hormuz e al Golfo Persico, il confronto è apparso spesso oscuro, nascosto, ma non per questo meno duro e incisivo.

L’articolo “Impediti due sequestri”, cosa sta succedendo nel Golfo Persico: l’accordo tra Iran e sauditi e le tensioni con Usa e Israele proviene da Il Riformista.