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Navi nel Mar Baltico e jet posizionati a Nord, le manovre del Cremlino allarmano l’Occidente

DiRed Viper News Manager

Feb 15, 2023

Per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, la Russia ha ricominciato a dispiegare nel Mar Baltico navi con a bordo armi nucleari tattiche, la stessa tipologia di missili che ha minacciato di lanciare sull’Ucraina. Lo ha rilevato il servizio di intelligence norvegese nel suo rapporto annuale. «La parte fondamentale del potenziale nucleare russo è sui sottomarini e sui vascelli di superficie della Flotta del Nord», scrivono gli 007 di Oslo. «Una minaccia particolarmente seria in diversi scenari operativi in cui i Paesi della Nato potrebbero essere coinvolti» e «si prevede che la Russia potenzierà il suo arsenale atomico».

Il rapporto è stato diffuso nel giorno della riunione a Bruxelles degli alleati Nato, dove il ministro della Difesa ucraino Oleskii Reznikov ha chiesto l’invio dei caccia e tempi più brevi nella consegna dei carri armati. E nello stesso giorno due F-35 olandesi si sono alzati in volo per impedire a una squadriglia di aerei militari russi di violare lo spazio aereo della Polonia, vicino all’exclave di Kaliningrad. Mentre la Moldavia, in piena crisi di nervi dopo che la presidente Maia Sandu ha denunciato la possibilità di un golpe su commissione di Putin, è stata costretta a chiudere lo spazio aereo per un paio d’ore a causa dell’avvistamento di un drone.

A complicare ancora di più la giornata, sono state le rivelazioni del Financial Times: basandosi su fonti di intelligence americana e foto satellitari, scrive che i comandi militari russi stanno ammassando aerei ed elicotteri da combattimento nelle basi vicine al confine settentrionale dell’Ucraina, presumibilmente in vista della temuta grande offensiva di primavera.

Il Pentagono non conferma lo schieramento di velivoli. Ma le rivelazioni del quotidiano britannico preoccupano e non poco Kyjiv: l’idea che l’armata russa riesca ad avere il dominio del cielo li terrorizza. Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha detto: «Al momento non vediamo Mosca ammassare i suoi aerei per un massiccio attacco aereo, al momento non lo vediamo. Sappiamo che la Russia ha un numero considerevole di aerei nel suo inventario e molte capacità rimaste». Gli alleati dell’Ucraina riuniti a Bruxelles hanno promesso più armi e munizioni. «Si tratta di fornire tutte le capacità che abbiamo promesso. Si tratta di integrare questi sistemi», ha detto ancora Austin, aggiungendo che anche Kyjiv potrebbe lanciare la propria offensiva in primavera.

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg all’inizio del meeting di Bruxelles aveva detto: «Non vediamo segni che il presidente Putin si stia preparando per la pace. Quello che vediamo è il contrario. Si sta preparando per nuove offensive e nuovi attacchi. Quindi è ancora più importante che alleati e partner della Nato forniscano maggiore sostegno all’Ucraina». E aveva sottolineato che «il tipo di supporto che stiamo fornendo all’Ucraina è cambiato e si è evoluto nel tempo e continuerà a cambiare ed evolversi man mano che questa guerra si sviluppa».

Ieri non è stata discussa la fornitura di jet a Kyjiv, ma i membri dell’Alleanza si sono concentrati soprattutto sulla situazione del fronte Est, «in piena sintonia», ha spiegato il ministro della Difesa Crosetto che anche confermato «il sostegno dell’Italia, nell’Alleanza atlantica e nell’Ue, all’Ucraina, alla sua libertà e al diritto di una nazione di rimanere integra e libera».

Il tempo, se troppo lungo, potrebbe favorire un esercito, quello di Mosca, rinvigorito dall’ultima mobilitazione, da un’economia di guerra lanciata a pieno regime e da un’opposizione interna schiacciata dalla repressione.

Sul campo prosegue nel frattempo la feroce battaglia per Bakhmut, nel Donbass. «La Russia ha 350mila soldati nel nostro Paese, più di 20mila li sta usando per prendere Bakhmut», spiega a Repubblica Andrii Yusov, portavoce del Gur, i servizi segreti militari di Kyjiv. «Continueremo a difendere la città. Putin ha chiesto ai suoi di conquistare il Donbass entro marzo, perché teme il momento in cui tutte le armi occidentali e i soldati ucraini in addestramento all’estero arriveranno al fronte. La grande offensiva Non ci spaventa, perché è un anno che la stiamo vivendo e respingendo».

Articolo proveniente da Linkiesta