Paolo Sorrentino al suo primo monologo davanti a una telecamera, da attore, diventa virale. Il regista Premio Oscar interpreta sé stesso nella seconda puntata della nuova serie televisiva Sky Call My Agent-Italia, remake della serie francese Dix Pur Cent che racconta il dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Sorrentino interpreta sé stesso, a dirigere il regista Luca Ribuoli, e in questo siparietto con l’attore Vittorio Baronciani esordisce senza mezzi termini, con una delle sue freddure: gli incontri trimestrali a scuola genitori-figli sono “la cosa più prossima alla morte”.
Non era la prima volta che Sorrentino interpretava sé stesso: era già successo con la serie tv Boris – anche in quel caso un viaggio dietro le quinte del mondo dello spettacolo. E non è la prima volta che la clip di un monologo del regista napoletano è diventata virale: era successo con il discorso alle nozze degli amici Osanna-De Marchi a Capri. Questa volta “l’irresistibile monologo di Paolo Sorrentino”, com’è stato battezzato, è ambientato su un terrazzo di Roma, affacciato su Piazza del Popolo.
Il personaggio Sorrentino racconta di aver dovuto portare il nipote all’incontro a scuola genitori-figli. “Nella scuola si può trovare il sentimento più orrendo dell’essere umano: l’entusiasmo immotivato”, continua il regista con un’altra freddura dopo quella prima di cui sopra. “Ha cominciato un genitore che suonava la batteria: ha detto io posso fare un corso pomeridiano di batteria per i bambini. C’è stata una ola dei genitori. A quel punto la moglie, che insegna Macarena, ha detto facciamo un corso di Macarena. La Macarena è importantissima, sprigiona la creatività. Applausi, giubilo, un consenso generale dei genitori”.
“Un altro genitore, tracagnotto, uno di quelli che hanno un sacco di tempo libero, ha detto: ma io guardo ciclismo in televisione dalla mattina alla sera. Io posso fare un corso di ciclismo. C’è stato un entusiasmo generale. Come in preda a una droga più o meno sconosciuta. Tutti quanti hanno detto: ma è un’idea bellissima. Nel mondo dovrebbero esserci solo ed esclusivamente le biciclette, perché macchine e motorini inquinano. E a quel punto la maestra mi guardava. Io lo sapevo. Stava arrivando a me e ha detto: Sorrentino lei potrebbe prendere una telecamera e filmare tutti i corsi che ci sono“.
“Però, il consenso lì è stato più moderato, perché il critico cinematografico, come sai bene, alligna con perseveranza nel cuore del genitore moderno” e “io un po’ imbarazzato, ho balbettato. Ho detto: guardate i miei figli ormai sono grandi, però quando erano piccoli, andavano semplicemente a scuola e poi il pomeriggio giocavano per i fatti loro. Anche in vacanza sono andati molto di rado, perché io e mia moglie, d’estate lavoravamo. E tutto sommato mi sembrano felici questi ragazzi“. Poco entusiasmo, neanche di quello immotivato a questo punto da parte dei genitori. “Hanno fatto scendere su di me un silenzio che si tributa solo agli ergastolani. Un nonno, ex-hippie, ha detto con la mascella serrata: delinquente. E un’altra signora, madre di un figlio unico, mi ha puntato il dito e ha detto: assassino”.
Sorrentino confessa allora: “A quel punto io ho scritto una lettera”. “Al Ministro dell’Istruzione?”. “A Dio.” “Ah, e cosa gli hai scritto?’”. “Gli ho scritto: Dio occupati tu dell’educazione”. “Dei figli?”. “No, dei genitori”. “Questa è un’altra bella storia”. “Eh, ma è vera. E tu lo sai, la verità al cinema funziona solo con quei registi un po’ rachitici, avari”. “Offende”. ” Io so’ generoso”. Il cosiddetto “irresistibile monologo” in tre giorni ha raggiunto quasi 42mila visualizzazioni soltanto su Youtube, sul canale ufficiale di Sky.
E ha raccolto l’entusiasmo di numerosi docenti. “La rappresentazione plastica della scuola italiana e di come gli insegnanti siano ostaggio di genitori insipienti”, si legge in uno dei tantissimi commenti sui social. “Una volta gli insegnanti venivano rispettati, ma soprattutto temuti, perché ciò che raccontavano all’incontro scuola-famiglia faceva la differenza tra il ricevere dai genitori una pacca sulla spalla o una sberla sulla guancia. I tempi sono cambiati …”, lamenta un altro sui rapporti nelle scuole. “Già il fatto che nei video degli open day si usa far cantare, ballare o recitare gli alunni e non di mostrano mentre studiano, ci fa capire che hanno scambiato la scuola per Amici”, osserva un altro. “Ricordandoci che siamo noi stessi genitori!”.
L’articolo Il monologo di Paolo Sorrentino: “Gli incontri a scuola genitori-figli sono la cosa più prossima alla morte” proviene da Il Riformista.