Furio Colombo è parte importante della migliore storia del giornalismo italiano. Già corrispondente di Repubblica e La Stampa negli Usa, dove è stato anche presidente della Fiat Usa, professore di giornalismo alla Columbia University, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, scrivendo anche per il New York Times e la New York Review of Books, già direttore de l’Unità, un passaggio nella politica come senatore de l’Ulivo, a 92 anni Colombo mantiene intatta la sua passione civile e una tagliente lucidità analitica che l’ha portato oggi, ancora una volta, a scendere in campo contro il decreto migranti e anti Ong del governo Meloni.
Quello che Colombo consegna a Il Riformista è un possente j’accuse contro un esecutivo dai tratti fascisti. Sul tema, Furio Colombo ha scritto nel 2018: Clandestino. La caccia è aperta (edito da La nave di Teseo). Un libro che cinque anni dopo è ancora di straordinaria attualità. “ I migranti – scriveva Colombo – spaccano il mondo perché, con i loro corpi che stanno per affogare, pretendono una risposta perentoria e assoluta, sì o no, vita o morte. Non c’è una sosta, non c’è un ritorno, non c’è alcun rinvio possibile. Sì o no, adesso. Negano tutta la nostra politica, che è fatta di scuse, rinvii, rimbalzi, denunce e promesse. Negano il grande espediente: che ci sia ben altro da fare. Qui non c’è ben altro”. Qui c’è da dire da che parte si sta. Furio Colombo lo ha fatto.
Lei è stata una delle personalità che più si è spesa nel denunciare il decreto migranti e la guerra dichiarata alle Ong. Da cosa nasce una presa di posizione così forte?
Perché si tratta di una legge fortemente sbagliata, fortemente orientata verso la persecuzione di persone deboli che hanno bisogno di soccorso e a cui viene opposto invece un gesto di repulsione. E perché danneggia molto la reputazione del nostro Paese nel futuro. Queste cose nel momento in cui accadono sono addirittura quasi popolari. Pensi alle leggi razziali. Quanta gente vi ha collaborato, e dopo diventano quello che sono, ignobili, e disonorano il Paese che ne è stato autore, artefice ed esecutore. Guardando i dettagli della legge Meloni e dei suoi cortigiani sul trattamento da riservare a coloro che attraversano il mare per pura necessità, e per pericoli che non vanno a cercare ma che si ritrovano dalla vita e dalla natura, non c’è dubbio che tutto ciò costituisce un caso del quale è bene vergognarsi subito, in modo che quando diventerà un dato, purtroppo ineliminabile, della storia italiana, a qual punto lo abbiamo già fatto, lo abbiamo già detto. Sarà meno vergognoso delle leggi razziali, nel senso che al tempo delle leggi razziali praticamente nessuno ha detto no. Qui si sta verificando una situazione altrettanto crudele e altrettanto disumana, nessuno ha aperto una porta o una finestra per dire io non ci sto, non è a nome mio. È una cosa triste e imbarazzante pensare che sia stata fatta a nome dell’Italia. Quindi mi sembrava importante reagire subito, con il maggiore vigore possibile, perché almeno un giorno si possa dire: sì, ma non tutti. Non era voluto dalla folla o da una massa di italiani inferociti contro dei profughi disperati e morenti. È stata invece la legge d’intonazione politica e morale di un particolare Governo che adesso c’è e non sappiamo fino a quando dovremmo tenercelo.
Che destra è quella che oggi sta governando l’Italia
Io credo che sia una destra “regolare”, nel senso che è molto legata a quando noi diciamo la parola fascismo. Solo che la parola fascismo è usata, logora, vecchia, ti ricorda La Russa e non ti fa venire in mente niente che possa essere nuovo e diverso per qualsiasi ragione. Come dire, il fascismo è una brutta parola. Dirla e ripeterla serve poco, perché, appunto, si ripete una brutta parola. Quello che c’è di peggiore della parola fascismo sono le conseguenze che derivano dal momento in cui la nuvola fascista si piazza, oscurandolo, sopra il sole della democrazia. Questo è esattamente quello che è accaduto. Quando una cosa del genere succede ci sono persone che si oppongono. È successo allora ed è successo anche adesso. Ci sono delle persone che si oppongono, ci sono delle persone che non possono tollerare che quella sia la moralità e la qualità umana del proprio Paese. Quindi era inevitabile che ci fosse una reazione. Non vorrei dire che finalmente si è svelato che sono fascisti. Non ha nessuna importanza. Si comportano secondo il più cupo e tetro fascismo. Non c’è bisogno di andare a cercare se e perché assomiglia così tanto ai cimeli che La Russa, presidente del Senato, seconda carica dello Stato, tiene in casa per ricordare il periodo autenticamente e letteralmente fascista. Non importa che questo sia fascismo. È identico. È disumano. È crudele. È una continua minaccia alle persone più deboli . È pieno di cattiverie studiate con attenzione in modo da fare male.
Un caso in questo senso emblematico?
Basta pensare al trasporto di 74 persone salvate in mare e costrette per quattro giorni in più in un mare in tempesta. Quello che si sta consumando è un grande episodio di inciviltà da parte della destra italiana, che ha creato una situazione di follia con bugie. È in atto un tentativo di crudeltà senza senso, senza scopo e senza giustificazione. la presidente Meloni ci aveva detto che con lei l’Italia avrebbe avuto la forza di farsi ascoltare in Europa, avrebbe avuto vitalità, tenuta e rispettabilità, che avrebbe portato a un’armonizzazione dei rapporti nell’Ue, ebbene questo non è affatto avvenuto. La sua forza si è esercitata solo su persone appena salvate dal mare. Persone disperate, affaticate, lasciate per giorni in balìa di un mare in tempesta. Quando una cosa del genere accade, va detto fin da subito, senza alcuna esitazione, che ci troviamo di fronte a un torto gravissimo. Che pena deve essere per delle persone salvate dal mare, invece di essere sbarcate, sbattute ancora per quattro giorni in una navigazione interminabile, durante una tempesta fino ad Ancona. Allungare deliberatamente il viaggio di persone salvate in mare è tortura, e come tale andrebbe perseguita, con i suoi responsabili, se in Italia ci fosse, come dovrebbe, una legge sulla tortura. In quei quattro giorni di supplizio aggiuntivo, diverse persone si sono sentite male. Questo è un dettagliato atto di crudeltà che di per sé noi abbiamo conosciuto soltanto in un certo periodo a cui abbiamo dato un nome e contro cui abbiamo combattuto. Il fatto che ci assomigli così tanto, non ci costringe a dire: il fascismo ritorna, il fascismo ritorna. Torna una cosa inaccettabile, disumana, crudele, stupida, inutile, che diventa il simbolo di questo Governo come quella disumanità, rappresentata dalle leggi razziali, era il simbolo di quell’altro Governo, quello di Benito Mussolini. Le affinità sono enormi. Andare poi a studiare, a dibattere, se la parola fascismo è giusta o no, o se ne dovrebbe inventare un’altra per questo livello di crudeltà e di disumanità, è irrilevante. Era necessario affermarlo, bene, subito perché si potesse dire un domani, sì ma non tutti gli italiani hanno detto che andava bene e che si poteva fare, come a momenti si è detto per il Giorno della memoria.
L’articolo Intervista a Furio Colombo: “Il fascismo contro ebrei è come Meloni contro i migranti” proviene da Il Riformista.