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Come sta Niko Pandetta, l’artista in sciopero della fame accusa: “Mi hanno umiliato”

DiRed Viper News Manager

Gen 19, 2023

Il rapper Niko Pandetta, nome d’arte di Vincenzo Pandetta, classe 1991, catanese dal quartiere Cibali scrive una lettera dal carcere di Opera a Milano dove è detenuto, a tre mesi dall’arresto: “Fatemi pagare per i miei sbagli, non per la mia musica”.

“Il giorno che mi hanno portato a Opera qualcuno ha festeggiato”, così esordisce nella missiva-social indirizzata ai suoi fan e pubblicata su Instagram dopo un segnale di allerta condiviso su sfondo nero per attirare la massima attenzione. Racconta poi di essere stato in isolamento “senza poter rivolgere la parola a nessuno, senza nemmeno le sigarette”, solo con sé stesso.  “Dopo quella settimana – scrive – mi hanno portato nella sezione di tossicodipendenti, senza farmi analisi di nessun tipo, né nessun tipo di colloquio”.

Con la direttrice del carcere sarebbe riuscito a parlare una sola volta. “La sua priorità – spiega Pandetta – è stata chiamarmi a colloquio non per parlare della mia rieducazione, né tantomeno per provare a capire le mie problematiche da detenuto. Ci ha tenuto però ad umiliarmi, come persona e come artista. Dall’alto della sua ostentata superiorità ha giudicato me e la mia musica e mi ha fatto capire che infondo non siamo tutti uguali, ma questo lo sapevo già”.

Inoltre, colloqui e telefonate negate. Richieste che sarebbero continuamente rigettate: “Vedo gli altri detenuti andare a colloquio con familiari e amici, a me negano, negano tutto nonostante non abbia niente di diverso dagli altri. All’accanimento già c’ero abituato, ma quello che stanno provando a fare ora è distruggermi fisicamente e mentalmente”.

Poi l’episodio delle videochiamate per cui ha ricevuto un rapporto e una denuncia a causa di uno screen che un’altra persona avrebbe fatto e pubblicato su TikTok, che è diventato virale. “Non ce la faccio più a subire tutto ciò”, dice ancora nella lettera e per questo motivo dichiara di aver iniziato lo sciopero della fame. “Spero presto – conclude – di essere trasferito in una struttura in cui i miei diritti di detenuto possono essere rispettati”. Sottolinea infine di non pretendere alcun favoritismo, ma di desiderare “solo di ricevere lo stesso trattamento che le strutture carcerarie riservano a tutti gli altri detenuti”.

L’articolo Come sta Niko Pandetta, l’artista in sciopero della fame accusa: “Mi hanno umiliato” proviene da Il Riformista.